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Candidatura Tarnag

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2022 23:55
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05/09/2022 12:32
 
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Come richiesto, ho fatto delle modifiche al BG e risposto alle domande, spero in modo esaustivo.
Grazie ancora per il tempo che spendete per me❤️

Tarnag:
Vi fu un tempo nel quale i demoni camminavano e si mischiavano ai comuni mortali per poter soggiogarli e strappare patti e promesse da riscuotere. Un tempo in cui i vizi e le voglie accrescevano il potere di chi le gestiva e li manipolava. Un tempo in cui tutto era lecito attendersi. Artemis era un uomo che viveva in quei tempi a noi molto vicini. Era un semplice uomo di Dirhae un padre di famiglia che viveva nel terzo anello e coltivava i campi. Aveva una moglie di nome Altea ed una figlia di nome Briza. Una sera come tante, Artemis, dopo aver lavorato il suo campo si rifugiò per dissetarsi e passare del tempo al Daoine inn, la locanda del terzo anello. Lì seduto in un angolo a bere da solo si era messo, per non esser disturbato, quando venne raggiunto da un uomo. Artemis alzò lo sguardo per portarlo verso chi davanti a lui si poneva per poterne quindi distinguere i tratti. Capelli lunghi colore del rame chiusi in una coda lunga, occhi verdi incastonati in una forma a mandorla labbra sottili che in un sottile sorriso tagliente si stendevano.
- "Scusate se vi disturbo buon uomo!"-
Disse il nuovo giunto portando un elegante inchino di presentazione.
-"ma vedo che siete qui da solo e sconsolato...posso esservi utile?"-
Domandò simulando un sorriso e quell'ultima parola giunse alle orecchie di Artemis come un sussurro ripetuto più volte. Il pover'uomo ridacchiò alle parole del nuovo giunto rispondendo
-"oh certo...se avete modo di dare a me e la mia famiglia una vita da ricchi e senza problemi, sono tutt'orecchie"-
disse scuotendo il capo, ben sapendo quanto nulla che il forestiero potesse dire o fare avrebbe potuto aiutarlo. Ma si sbagliava...e anche di tanto. Infatti alle parole di Artemis le labbra dell'uomo si curvarono leggermente mentre con calma prendeva posto al suo tavolo e andava a sporgersi verso di lui.
-"oh mio caro...ma allora oggi è il vostro giorno fortunato!"-disse pacatamente mentre i verdi occhi brillavano di un piacere nascosto
-"Mio caro Artemis...ho ciò che fa per te..."-
disse in un sussurro mentre l'umano scuoteva il capo.
-"sì come no ..propri...ehi..."-tracollò -"come diavolo fai a sapere il mio nome!!?"- sgranò gli occhi per poi osservare bene lo straniero…che dinanzi a lui stava e rispondeva con voce melliflua
-"oh, Artemis ...io so molte cose...io so tutto..."-
disse compiaciuto delle sue parole
-" e so anche come rendere migliore la vita tua di Antea e di Briza"- malefico mentre pronunciava il nome della moglie e della figlia dell'uomo che, di conseguenza, rimase di ghiaccio tremando vistosamente.
-"chi...chi sei? Come fai a sapere ..."-
ma venne silenziato dall'indice della mano destra dell'avventore che si posizionò sulle sue labbra
-"silenzio...non sprecare fiato"-
sussurrò il demone, poiché di questo si trattava, anche se Artemis non poteva saperlo
-" fa solo sì con la testa ...esci da qui, ma non dirigerti a casa vai nel tuo campo, scava dove non hai mai scavato e troverai ciò che cerchi..."-disse serio
-"ma ricorda un patto è un patto …tu avrai ciò che hai desiderato...ma in cambio ogni anno ci rincontreremo ed ogni anno dovrai portarmi un’anima da poter soggiogare...altrimenti tutto avrà fine...e non sarà bello."- e così dicendo si alzò dando un buffetto al volto dell'uomo per andarsene, mentre nella testa di Artemis si ripetevano quelle parole.
Ci mise un po' per riprendersi ma una volta alzatosi e pagato il conto rifletté su quelle parole e su quanto lo straniero sapesse della sua vita...un brivido percorse la sua schiena e decise di fare come gli era stato detto. Si diresse dunque nuovamente verso il suo campo, prese una pala ed inizio a scavare nell'unico punto nel quale mai lo aveva fatto...tra due alberi morti sul confine del terreno e li, dopo aver scavato per molto, alla fine trovò QUALCOSA. Erano due bauli, forzando il lucchetto con la pala riuscì ad aprirli e quasi svenne contemplandone il contenuto...erano colmi di pietre preziose, monete, gioielli e vestiti eleganti.

Ripresosi dallo stupore iniziò a caricarli sul carretto, con molta fatica, per poi dirigersi verso casa. Passarono i mesi e la ricchezza di Artemis e della famiglia crebbe ancora di più con investimenti fatti a dovere.
Si trasferirono dunque alla zona nobiliare della forte, ora che erano ricchissimi potevano permettersi una magione in un posto più adatto a loro. Ma l'invidia e la vendetta son sempre dietro l'angolo. Infatti molti cittadini invidiosi della fortuna ricevuta da Artemis iniziarono ad additarlo come ladro ed iniziarono a sabotare le sue mosse e le sue compravendite, cosa che però non riuscirono a fare poiché ancora aveva gli occhi di Vorus che ogni tanto lo proteggevano, per poter salvaguardare il suo investimento. Purtroppo, come ben sappiamo, la mente umana è fragile, sciocca ed impulsiva. Non sa gestire troppe emozioni che giungono insieme e molte volte porta l’uomo a scelte sbagliate, tremendamente sbagliate.
L'anno passò ed in quel lasso di tempo Artemis e la famiglia accrebbero nella loro ricchezza e con i soldi crebbe anche l'avidità e il dubbio...già perché Artemis nella sua folle idiozia pensava di poter raggirare il demone.
-"Perché … perché devo portargli altre persone che lui poi potrebbe fare diventare ricche...perché?"-
La domanda lo tormentava, lo teneva sveglio la notte.
Fu così che prese la sua decisione, la peggiore della sua vita ...decise di non presentarsi all'incontro con Vorus.
Il demone attese, molto.
Quando l'umano non si presentò l'ira giunse alle stelle...avrebbe potuto uccidere lui e la sua famiglia subito...ma perché? Perché privarsi del piacere di vederlo soffrire, perché privarsi della gioia del suo tormento? Perché privarsi della goduria inebriante della vendetta!
E così attuò il suo piano, prese le sembianze di un mezz'elfo per poter seguire a distanza Briza, la figlia di Artemis e studiarne i comportamenti e si accorse di una cosa...che non era l'unico a seguirla. C'era infatti il garzone del Daoine inn che la guardava e le parlava interessato ogni giorno e lei ricambiava...ed ecco che con un sorriso Sadico, il piano prese forma.
Giunse la notte e Briza senti dei piccoli sassi colpire la finestra, si svegliò, andò a guardare ed un sorriso si allargò sul suo volto, giù ad attenderla e a farle segno di scendere c'era Fiorl il garzone moro del daoine inn . Innamorata scese di corsa non facendo neanche attenzione a non fare rumore, si catapultò fuori e abbraccio Fiorl
-"sei pazzo a venire qui !!!?"-
disse preoccupata ma con un dolce sorriso sul volto. Lui nulla disse, semplicemente prese la sua mano e la condusse al riparo da occhi indiscreti nelle stalle e li passarono insieme attimi di pura passione. Ma la passione soprattutto dove è posata la paglia può scatenare incendi, e così fu. Uscirono dalla stalla qualche ora dopo e ad attenderli trovarono Artemis inferocito. Una ferocia che si scagliò contro il giovane il quale però con una destrezza inaudita riuscì a scappare via. Briza dal canto suo venne redarguita e chiusa in casa.
La sera dopo Artemis, giunse dinanzi la casa del garzone, armato di spada, a cercar vendetta verso chi aveva osato toccare la figlia senza il permesso del padre. -"esci vile !!! Esci..."- udite le grida dell'uomo il garzone uscì fuori -"come hai osato toccare mia figlia ...io ti uccido!!!"- disse colto dalla rabbia Artemis, rabbia che molto probabilmente non avrebbe avuto pochi anni prima, ma che con la ricchezza giunta in breve tempo aveva reso l’uomo più cattivo, più possessivo. Fiorl cercava di replicare indietreggiando.
-" signore io non so di cosa parliate...ero qui a casa ammalato sono giorni che non esc..."-
le parole morirono nella bocca del giovane poiché la spada di Artemis si conficcò direttamente nel suo ventre, lasciandolo morire lì in terra in una pozza di sangue.
-"Questo è ciò che accade a chi tocca Artemis e la sua famiglia!!-"
Disse ansimando ma una risata proveniente da dietro di lui lo fece gelare ,una risata sadica,malvagia . Si voltò l'umano trovandosi dinanzi Fiorl il garzone.
-"ma che diavolo..."-

disse guardando Fiorl dinanzi a lui e voltandosi per guardare Fiorl morto alle sue spalle.
Un ghigno di disgusto appariva sulle labbra di Fiorl o almeno di chi aveva le sue sembianze.
-"inizi a capire ...sciocco umano..."- disse il garzone vivo dinanzi ad Artemis, che di sasso era rimasto con una bocca spalancata ed uno sguardo colmo di stupore. Fiorl parlava e mentre lo faceva, i suoi lineamenti cambiavano: i capelli si allungarono divenendo colore del rame, gli occhi divennero verdi a forma di mandorla e le labbra tornarono sottili, tornando a prender le sembianze dell’uomo che aveva incontrato in locanda un anno prima. Impallidì Artemis, fece cadere la spada in preda al panico mentre Vorus dinanzi a lui si parava
-"piccolo insulso idiota, ero io l'altra sera nelle stalle con tua figlia.
Con la povera ed innocente Briza"-
Non c’era sentimento alcuno in quelle parole, una freddezza inaudita mentre ora dal cielo iniziava a nevicare.
Una neve nera, come se un vulcano avesse eruttato e nevicasse cenere, fredda e nera come l’animo di Vorus.
-“sei…”-
Disse il demone mentre lo osservava con tagliente sguardo.
Artemis provò a muoversi ma qualcosa lo bloccava, un terrore che ne fermava anche il singolo muscolo. Osservò Vorus terrorizzato, lo vide avanzare a passo normale ma intorno a loro tutto sembrava essersi come fermato, la neve scendeva lentamente, il vento sembrava non sferzare più, non si udiva più un rumore.
Solo Vorus che avanzava, in un silenzio assordante, protendendo la destra mano e penetrando con facilità innaturale attraverso lo sterno dell’uomo che sussultò.
"-…morto!"-
Maligno il suo dire mentre estraeva il cuore dell’uomo dal suo corpo.
Nell’istante esatto in cui il cuore smise di pulsare, il tempo tornò a scorrere normale, Guardò l'operato si crogiolò in quella vendetta, gettò il cuore di Artemis in terra per poi sparire nel buio ...e la neve cessò di cadere.
Passarono nove mesi e Briza dette alla luce un bambino. Lo chiamò Tarnag. Crebbe tra gli uomini di dirhae senza un padre, o presunto tale, morto e senza un nonno morto anch'egli.
Nessuno ha mai capito cosa sia successo quella sera, nessuno ha mai saputo la verità, nessuno ha mai conosciuto l'essenza della vendetta o meglio, chi lo ha fatto non ha potuto raccontarlo. Crebbe sano e forte il ragazzo ma senza la figura paterna o di un uomo forte al suo fianco che lo indirizzasse, la sua vita non fu sempre facile e felice, fin quando non trovó qualcosa di simile o più vicino ad una famiglia nelle frecce nere, dove tutt'ora, dopo aver compiuto ventotto anni della sua vita, si trova...in attesa che il suo destino si compia.

3- La tua risposta sembra molto "accademica", interpreta bene il manuale, ma la domanda è cosa sia per te un Mutaforma, tu come lo vedi? Secondo te, approfondendo quel tratti distintivi che dovrebbe avere, ci sono cose che ritieni un mutaforma non farebbe mai? Se sì perchè?

Un mutaforma rimane pur sempre un mezzo demone, sarà sicuramente più incline rispetto ad altri ad assecondare i tratti demoniaci e quindi a gestire situazioni in maniera totalmente diversa da ciò che farebbe un semplice umano o essere mortale. Detto ciò, per come la vedo io riuscendo ad agire in tutte le gamme di allineamenti potrebbe semplicemente fare di tutto, naturalmente a discrezione di come viene giocato dal player. Un pg come Tarnag, che nella vita ha quasi sempre perso tutto e regalato zero, potrebbe essere più incline a cedere all’oscurità e commettere anche atti feroci pur di avere ciò che brama.

4/5- La scelta di Vorus come genitore porterebbe il tuo PG a potersi scontrare con la consapevolezza di avere un fratello. Approfondendo la questione come pensi che la prenderebbe? In linea più generale, intanto dimmi come prenderebbe Tarnag venire a conoscenza di essere figlio di un demone, secondariamente come prenderebbe il fatto di non essere l'unico. Ho compreso quel che dici, sulla figura paterna ed il suo combattimento in merito a come potrebbe evolversi ed è giusto mantenersi curiosi e propositivi seguendo l'ON, ma il fatto in sè che il padre sia un demone non è per forza correlato alla mancanza affettiva dello stesso nella sua vita, è una realtà con cui CERTAMENTE Tarnag si andrà a scontrare in gioco.

Messa cosi su due piedi potrei dire che per Tarnag passare da avere un padre morto al sapere di essere figlio di un demone potrebbe essere un colpo abbastanza duro da digerire
Es. non so se hai letto Eragon ma un pò come quando Murthag viene a sapere di essere figlio di Morzan

Allo stesso modo potrebbe essere difficile digerire di avere un fratello, soprattutto se mai incontrato, dovrebbe partire da zero e ricostruire un rapporto, sempre poi che riescano i due ad andare d’accorddo. Resta il fatto che sarebbe un ottimo spunto per creare mille e mille role.
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